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domenica 5 giugno 2022

Tempesta

Una farfalla su una foglia bianca..

una piccola farfalla sottile,

come su una cimba, tenta di stare

a galla. Sento l’onda.. l’onda che ora

passa. Sento la tremula onda e passa.

Oh onda!... Passa la foglia e la farfalla

söavemente plana… E passa il Sole,

questo solito Sole senza sguardo,

e viene sera, viene il Temporale,

passa la fecondità della terra,

del grano e dei piccoli melograni

in fiore. Ascolto… Non sento, non odo..

non sento che vortici sofferenti,

che tuoni.. tuoni leggeri, ululanti

per le ramora opache e appariscenti

dei lampi che, in effetti, sembrano alberi..

alberi senza foglie e senza gemme,

ma alberi veri, rëali.. contorti

infiammati di brillantezza per

un attimo. E l’attimo.. no, non passa,

non si estingue. Mi fermo. Forse piove..

lentamente piove.. forse per sempre..

sì! per questo inconfondibile sempre!...

Però amo la Tempesta. Ascolto… Volano

le foglie al vento, volano le sabbie

dei ruscelletti, volano sui miei occhi -

nei miei occhi! - sul mio cuore, sulla sera,

sopra le tegole e sopra le vie

e sulle scale tintinna la grandine.

E passa anche questa grandine e passa

la sua ira. Perché, dunque, ci tormenta?...

Perché?... Perché i fanciulli la raccolgono?...

È solo una ricordanza del cielo

che vive poco, il tempo per disciogliersi..

il tempo per un po’ di vanità

feconda.. il tempo per dir “Sono nulla!”.

Ma la farfalla.. l’amica farfalla

che giace spenta, tenta ancora un’altra

volta di stare a galla su una bolla

d’acqua.. una bolla di vecchio sapone,

di olio… Colpita dalla pioggia fredda

questa povera.. misera farfalla

fa un ultimo salto.. un ultimo volo..

un ultimo sforzo.. un semplice anelito…

“Portatemi, acque, lontano! Portatemi

con voi! Fatemi viaggiare con voi!”…

Raggiunge le nuvole in mezzo al cielo

e, lentamente.. ridiventa pioggia.

Dipinto di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Tempesta di Neve. Battello a Vapore al Largo di Harbour's Mouth (Snow Storm: Steam-Boat off a Harbour's Mouth), Pre-Romanticismo, Romanticismo, Pre-Impressionismo inglese, 1842 circa. Olio su Tela, Dimensioni 91,0x122,0 cm. Tate Britain, National Gallery of British Art, City of Westminster, Londra (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica V Giugno AD MMXXII.

sabato 23 aprile 2022

Fiori di Temporale

Questi bei fiori hanno lo stesso incanto

del vento che li trascina e li porta

con sé - lontano - e hanno il fascino occulto

dei lampi e delle nuvole che tanto

paiono nere. Questa è una risorta

viola che si disperde nel singulto

del primo tuono. E questo è il mio vïale,

dove i petali son precipitati

per ordire un sentiero di ombre un po’

rosee e bianche.. un sentiero come un mare

di fiori. Gemmano ora gli illibati

rami e tremano, osservano la pioggia

che singhiozza sul prato della chiesa.

Osservo anch’io il Temporale! Ed è sera,

e un altro fiore per terra si appoggia,

ha perso contro il vento e ora è la resa.

Ma April mi sembra solo una chimera.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Petali sul Catrame, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.

sabato 2 aprile 2022

Il primo Temporale

Mi piace il fiore nella pioggia, il ramo

fiorito che si piega con il vento,

mi piace il persico entro il buio immenso

rosso come le guance vergognose

d’una fanciulla timida, mi piace

lo stormo che risponde al mio richiamo,

l’aria che agita un vecchio torneamento,

il nuvolo che piange dal suo denso

sguardo, la pioggia sulle prime rose,

la camelia infiammata come brace,

le primule bagnate, i tulipani

che sbocciano, mi piacciono quei lampi

che alluminano il campo appena arato

e che sollevano quel lezzo amaro

di fanghiglia negletta e malandata,

quegli orizzonti anneriti e lontani,

l’immensità delle selve e dei campi,

le rogge tintinnanti, l’adorato

stagno delle ninfee, mi piace il caro

occhio del cielo, un po’ scuro, e l’orbata

sera, e il nero di questo finimondo,

le foglie delicate e le altre gemme,

il rumore dell’albero colpito

dal fulmine, morente e spasimante,

la carica di battaglia del tuono,

la voce stridula di qualche airone

o di un ibis demente e vagabondo,

la rondine che con le nere penne

perdutamente vola all’infinito

in cerca della nidiata tremante,

e non la trova, mi piace ogni suono

di queste piogge e della lor canzone,

la terra umida, rorida, bagnata,

il marciume dei vermi e del lombrico

annegati, lo sdegno delle rane,

le fragili antenne delle lumache,

la paglia della chioccia e dei pulcini

che sembra un ruscelletto per formiche,

la riva un po’ fangosa e pasticciata,

la parola del temporale antico

sopra i tumuli delle vecchie tane,

anzi, parole misteriose e rauche

che si schiaran con i tuoni ferini

sopra il germogliar delle prime spiche,

e i nuvoli sempre vicini a sera,

e il firmamento ormai coperto e rozzo,

mi piace questo silenzio e il suo umore.

E così di te mi fido, oh Primavera!...

Nella Tempesta il tuo vero singhiozzo,

la Bellezza infinita nel tuo cuore.

Dipinto di Peder Mørk Mønsted (1859-1941), Tramonto sopra un Fiordo danese, Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo paesaggistico danese, 1901. Dimensioni 54,0x95,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Aprile AD MMXXII.

sabato 31 luglio 2021

Temporale di Fine Luglio

Nero.. come l’Oceano che brucia

per i lampi dell’avida tempesta..

oh mio caro orizzonte, sei tu queste

grandi pupille di bistro e di pece

che mi osservano!...

io naufrago negli Elementi, naufrago

nei tuoni silenziosi, nelle folgori

senza voce,

ubertose doglianze delle nubi..

io naufrago sui penultimi scogli,

remigando nel cielo violaceo,

naufrago sulle guglie un po’ malate

delle foglie di placidi giganti

piegati.. avvinti dal vento bugiardo,

pronti al prossimo pianto

d’Autunno.

E in quell'Autunno io vado a naufragare.

Dipinto di Andreas Achenbach (1815-1910), Alba presso la Costa della Sicilia, Romanticismo, Tardo-Romanticismo paesaggistico tedesco, 1847. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXXI Luglio AD MMXXI.


venerdì 30 luglio 2021

Sonetto - Minacce di Temporale

Quando i lampi si intrecciano alle nuvole

come ellera che si arrampica ai muri,

quando come eco.. come grido di ugole

tuona una belva dagli Abissi oscuri,


quando sommessamente urla la pioggia

nera che cade saltellando a stento,

quando alle vecchie ramora si appoggia

lo schianto orrendo e selvaggio del vento..


io mi beo.. e del Temporale osservo

il divenire eterno e misterioso

ramificato in ogni vena e nervo.


Poi un lampo allumina il cielo furioso.

Sono l’Anima allegra che fa festa

nel vortice fatal della Tempesta.

Dipinto di Kazimierz Stabrowski (1869–1929), Fiordo norvegese, Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico polacco, 1928. Olio su Tela. National Museum, Varsavia.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Luglio AD MMXXI.


martedì 27 luglio 2021

Piovve!

Piovve! Canto di rane,

dai piccoli occhi che vedono enormi

i rami dello stagno, come sedie

per i Giganti…

canto di cimbe

lasciate alla deriva e senza remi..

gonfie di onde.. di naufragi incinte.

 

Ombre difformi..

piccole nebbie di spiriti anelanti,

ripeto con loro vecchi anatemi

da attimo di tempesta.

 

Tanti graffi di pioggia sulle tegole..

le grondaie mi suonano oricalchi

di orde blasfeme,

le orde dei lampi saltellanti - i nuvoli

con i loro sogghigni separando.

 

Anche le vette, nel frattempo, forse

mi si nascondono in vortici freddi

di pioggerella.

“Cercaci!” mi dicono “Cercaci ancora!”.

Un uomo e la montagna, allora, giuocano

a nascondino, come dei bambini.

 

Lampi!

 

Come maschere d’oro di guerreschi

danzatori della vecchia Cumania,

i tuoni di lontano…

Tamburi sui cammelli del gran Khan

appesantiscono la mia battaglia.

 

e tutto il cielo attonito s’accende

di candele.. d’incendi,

di roghi per gli eretici che non

credono alle favole della pioggia.

 

Ma come ombre su indefinite steppe,

i miei occhi scrutano -

Abissi infiniti.    

Dipinto di Viktor Michajlovič Vasnecov (1848-1926), Dopo la Battaglia del Principe Igor con la Polovtsy, Tardo-Romanticismo, Simbolismo russo, Movimento neo-russo dell'Arte, 1880. Olio su Tela. Galleria Tretyakov, Mosca.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXVII Luglio AD MMXXI. 

domenica 25 luglio 2021

Mostri tra le Nuvole

Mostri di nero le nubi mi guardano.

Ma perché in cielo son saliti i Diavoli?

Perché irrisori demòni mi scrutano,

al far dei lampi qual lupi tuonando?...

Andatevene, oh Titani! Sia, dunque,

io come nome di Giove tuonante,

ahi empia genia di sacrileghi informi!...

Giganti vagabondi,

che calpestate i fiori delle stelle,

di bestemmie benedicendoli e d’urli,

viandanti senza requie,

spiriti della Notte che si rivela,

di ombre effluvi e di tuoni e malefici,

andatevene e lasciate la mia

solitudine immersa nella vecchia

attesa dell’alba!...

Fuggite, oh Mostri.. oh Erinni spietate!...

E che al chiaror della Luna di luglio,

che al suo sorriso,

che al dissolversi sì ambito degli incubi,

che al dolente lamento dalla rupe

del prometeico fegato piagato..

io sia.. che cosa? Chi? Ripeti a me

stesso!...

Io sia!... Io sia! Semplicemente, io sia!...

Sia io colui che vede la Notte buia,

la sentinella del giorno, il meriggio..

che domina gli Elementi quel lampo

saettante, sermone degli Dei..

la campana che annunzia il Temporale,

liberamente al vacuo tintinnando…

Che io sia il vostro rivale, il vostro amico,

oh Mostri… oh Titani!...

A voi, infatti, ho donato i miei stessi occhi,

come a uno specchio profondo di Sacro..

le stesse labbia le Idee a baciar.

Dipinto di Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1828), Atropos - I Destini, Romanticismo, Pre-Simbolismo, Realismo spagnolo, 1819-1823. Murale a Olio, trasferito su Tela. Museo del Prado, Madrid.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXV Luglio AD MMXXI.

martedì 29 giugno 2021

Impressioni - Sorriso di Fulmini

Ride il fulmine e piango, come labbia

di pioggerella leggera che arrossa

la sera di onde, come vecchia sabbia

di deserto e di noia, come commossa

terra, muta di nomi, incensi di Arabi,

le impronte lontane e orbe di Antara;

cosicché volo… E mi sento un racconto

di vecchi aedi, una bocca che schiara

parole eterne di Amore e di affronto;

e mi sento il sorriso dei bei lampi

che odo, inno di battaglia delle Norne,

prima che il fuoco del fulmine avvampi

sopra il tronco di un albero difforme.

Tutto s’acquieta. Il Temporale passa,

il suo murmure mi grida qualcosa,

forse un insulto alla mia Anima lassa,

come una spina che punge di rosa.

Ma mi mancano quei sorrisi belli,

questi volti di lampi e questi tuoni

nell’assenza del canto degli augelli

e delle loro serene canzoni.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), La Grande Riserva, Romanticismo e Pre-Simbolismo tedesco, 1835.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIX Giugno AD MMXXI.

domenica 20 giugno 2021

Sonetto senza Rime - Mi sembrò un Ringhio, un Temporale atroce

Mi sembrò un ringhio, un Temporale atroce

con tante fiamme orrende, i tuoni

destrieri sulle maree delle nuvole

ove persero il Nord gli stormi incauti.

 

Mi pareva un naufragio desolato..

“Tenetevi alle sartie! Al mare l’àncora!”,

e il vento, sbuffo dei folli Elementi -

lo sentivo - gridava come un diavolo..

 

gridava le bestemmie delle menti

perdute nel suo abbraccio di veleno,

come alla malia di una meretrice

 

da taverna: “Pagate più orge, oh clienti!”.

Mi sembrò tutto il cuore.. il cuor umano:

i lampi a terra.. e gli aneliti al cielo.

Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Un Disastro in mezzo al Mare (A Disaster at Sea), Romanticismo, Pre-Impressionismo inglese, 1835.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XX Giugno AD MMXXI.

Sonetto senza Rime - Tu che ora Mi trascini, Tu che gridi

Tu che ora mi trascini, tu che gridi

con le fauci di un Mostro che divora,

come aëre selvaggio e triste e bieco,

tu, figlio della Tempesta e del Nulla,

 

gomitolo di urla e di soffi e di doglie,

tu, di rami e fogliami il rapitore

che corre in un istante vie infinite,

tu, parole d’un folle.. oh vento, sei!

 

E mi richiama il tuo ghigno di beffa,

e mi impaurisce la tua via che vola,

come un sentir d’inquietudine amara.

 

Poi, però, la tua possa si corrode,

tornano ferme le querce che hai mosso;

ma io mi specchio con te, nella tua assenza.

Quadro di Johann Heinrich Füssli (1741–1825), Le tre Streghe, Pre-Romanticismo, Romanticismo svizzero-tedesco, 1783.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XX Giugno AD MMXXI.

sabato 15 maggio 2021

Minaccia il Temporale

Rane su vecchi rami canterellano..

i rami scorrono sopra lo stagno,

le foglie cadono al soffio del vento,

piangono gli iris...

Inchiostro di violacei orizzonti.

Sangue di assenti meriggi che fuggono.

E tu, mio Temporale, scuoti ossami

di sibili e sussurri, come lampi

e Valchirie nel mare delle nuvole

lontane. Intanto,

sabbie dai campi sospirano e si alzano,

come onde furibonde tra le rive.

Trema la terra con trombe di guerra,

terror tremendo e titubante truppa

di tanti.. tanti terribili tuoni.

Poi si naufraga.

Un rimasuglio di folgori esauste.

Un aspro scricchiolare di fogliami.

Il mio vascello si alza e poi si infrange

sugli scogli degli alberi defunti.

Quadro di Frederick Judd Waugh (1861-1940), Southwesterly Gale a St. Ives, Realismo paesaggistico, 1907.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XV Maggio AD MMXXI.

sabato 1 maggio 2021

Giornata di Pioggia

M’è il temporale virente di foglie,

racconto la pioggerella che scende

sulla fradicia terra. Ascolto.. passa

un’ala di ben fragoroso tuono,

come una rondine amica che vola…

Dopo, il fulmine abbaglia i vecchi nuvoli,

nocchiero eterno della mia tempesta

e mi allumina di ombre di inquietudine.

Va.. scorre.. va.. la piova ancor precipita

e, come un vino al buon calice di Ebe,

le pozzanghere riempie dei miei occhi,

il tempo disfidando e le ore inquiete.

Poi tutto festosamente finisce.

Ma piomba mostrüosa sul mio cuor

questa sera infinita.

Quadro di Cristiano Banti (1824-1904), Tre Donne di Campagna con Alberi, Realismo, Tardo-Romanticismo, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato I Maggio AD MMXXI.


venerdì 14 agosto 2020

Temporale

L’aria va zingara

per buio cielo

dove rammenta

un po’ di nuvole

un fior di melo

su una via lenta,

 

forse una pallida

rosa purpurea,

nel Temporale

che vedo insorgere,

fauce cerùlea,

battito d’ale.

 

Fuggon le rondini

d’in su’ i miei tetti,

vanno lontano,

sentono i fulmini,

i tuoni infetti

dal loro arcano.

 

Gli eterni brillano

vasti orizzonti,

nei quai mi giacio

forse beandomi

dei loro monti,

del loro bacio,

 

sublimi Anime

d’ignote terre,

che non conosco,

che a me qui tornano

da vecchie guerre,

bevvero un tosco,

 

labbra venefiche

della Natura,

della Tempesta,

come mi versano

la Vita dura

nella mia testa,

 

come mi cullano

or brontolando

tra le säette,

un po’ sonnifero

blasfemo e blando

delle mie vette.

 

Fuggon le allodole,

strillan chiassose,

lo strido echeggia

su di me attonito,

sulle più ombrose

legna di scheggia,

 

sull’onde ripide,

del vento sacre

vittime crude

che le sacrifica

un urlo alacre

di piove ignude.

 

Scende la grandine,

un campo miete,

fende le spighe

del riso immobile

che non ha sete

di rogge amiche,

 

dove mi supplicano

le miti rane:

“Dammi un aiuto!”

mentre non gracidano

a’ nubi insane,

stagno perduto.

 

Ma già qui splendesi

un fuoco intenso

che certo è il Sole,

ben oltre i valichi,

brilla d’immenso,

tra l’arie viole:

 

e scopro mutolo

che è solo un lampo

col tuono torvo.

Mi scuote orribile,

non v’è più scampo…

nero di corvo.

 

E sul suo tremito

cuore sublime

che già m’inghiotte,

tra tanti brividi,

vien la sua fine,

vien la mia Notte.

Joseph Mallord William Turner (1775-1850), Paesaggio con Temporale che arriva, Romanticismo inglese, 1840.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XIV Agosto AD MMXX.