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martedì 12 dicembre 2017

Un Sonetto alla perduta Gioventù

Erano gli occhi suoi a' fredda onda tanto
profondi; e lì mi rapìano costòr.
Qui mi toglièano, infatti, il sonno; e un canto
urlò lor sguardo - angèlico - e d'Amòr.

Non mai sembiante sì bello d'incanto
all'onde apparve mie, e del sangue, al cuòr.
Ma tacendo e sognando per cui avvampo,
avvenne che ella svanì, e fu vapòr.

Così m'è fiele il sognàr la perduta
età, che in sotto a' la Luna piena
più che ombra  ivi m'attende a stàr insieme;

e l'Anima mi duole, e si fa muta,
mentre mi palpita or di vena in vena
lei che scrèpita, l'ultima mia speme.



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXX del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII. Rivista e corretta in Dì di Martedì XII del Mese di Dicembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII.

mercoledì 15 novembre 2017

Alla Gioventù - Un Dì le Ciglia sue a cèrul Mar tanto

Un dì le ciglia sue a cèrul màr tanto
giàcquer; ed io fremente e inverecondo
e in svergognata timida quïete,
e dolèndomi muto, e disprezzàndomi
a queste allòr ne volsi il tetro guardo,
e fuggitiva spene, e contemplante
noïa, e tormentoso sentìr, e atra
sete di tanto sale; e svenne l’attimo
oh giovinezza mia! E tacque l’eterno
orizzonte, e il perenne Oceäno, e ansima
ancòr il mio ricordo a questo fiordo
per l’insistito silenzio; e quest’altra
che è la selvatica ombra di mia Vita,
con costei che da’ Sogni si procede,
più si langue. E la nebbia avvolge il mare,
e nell’Anima da or sì mi confonde
tanto oblìo che la torrida Tempesta
le vane ricordanze seppellisce,
donde l’alba mi vièn a risvegliàr
presto questo mio sonno che è annegato
in molte onde. Ma l’eterno della veglia
mi custodisce ancòr frequenti Sogni
finché non suoni per sempre l’addio
a questa mia perduta gioventù.




Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XV del Mese di Novembre dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII.