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giovedì 4 agosto 2022

Madrigale - Che Cos’è il Madrigale? È il Canto di una

Che cos’è il Madrigale? È il canto di una

madre, è il lamento d’un bel cavaliere,

è lo sguardo di un bardo alla sua Luna.

 

Io non so se sappia scriverne vere

forme, o mendaci carmi. So il lamento

del mio cuore: “Scrivine, oh Messere!”.

 

Del resto il Madrigale è Sentimento,

figlio affannoso d’Amore e tormento.

Dipinto di John William Waterhouse (1849-1917), Il Destino (Destiny), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1900. Olio su Tela, Dimensioni 68,6x54,6 cm. Collezione presso il Towneley Park, Burnley (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì IV Agosto AD MMXXII.

venerdì 15 luglio 2022

Madrigale - Il Liuto

C’è quasi il suono d’un vecchio strumento

che ascolto all’ombra dei cerulei tigli.

Non odi? Suona il fresco vento

su’ bianchi gigli.

 

Ormai il mio cuore ha imparato a suonare

questi invisibili accordi di laùto,

ha imparato a implorare

il tuo saluto.

 

Ma come ombra dell’orizzonte or parti,

tenebrosamente svanendo piano.

Non posso più afferrarti

il cuor lontano.

Dipinto di Pieter Steenwijck (1633 circa –1656), Ars longa, Vita brevis (Arte eterna, Vita breve), Realismo fiammingo, Barocco olandese, Data incerta di Produzione, Prima Metà del XVII Secolo. Olio su Tela, Dimensioni 74,5x96,5 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Luglio AD MMXXII.

domenica 3 luglio 2022

Madrigale - Oh Sole! Ardi così i Campi di Grano

Oh Sole! Ardi così i campi di grano,

anche se si avvicina il mietitore.

Qui perfino il mio cuor già porta in mano

 

la falce, e sente e ascolta il tuo sopore,

mentre contro le spiche un po’ si scaglia,

ma con tenera carezza d’Amore.

 

Allora il tuo sorrider già m’abbaglia.

Sì, mi piace questa estiva battaglia!

Dipinto di Francesco Paolo Michetti (1851-1929), La Figlia di Iorio, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Impressionismo, Pre-Simbolismo, Realismo/Verismo italiano, 1895. Tempera su Tela, Dimensioni 550,0x280,0 cm. Collezione Privata a Pescara (Italia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica III Luglio AD MMXXII.

sabato 2 luglio 2022

Madrigale alla Ricordanza - Non ti ricordi, ma la Rimembranza

Non ti ricordi, ma la rimembranza

è vera: hai visto un dì quella cascina

a fianco della chiesa come danza

 

di un ricordo. Ma, adesso, la mattina

nostra si fa meriggio e poi sovviene

la sera, come Autunno della Vita.

 

Ero bambino, anche tu eri bambina.

 

D’altra parte benedico quei ruderi:

per un attimo ci hanno visto insieme.

Oh triste istante! Tristissima speme!

Dipinto di Henry Treffry Dunn (1838-1899), Ginevra (Genevieve), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1896. Olio su Tela, Dimensioni 65,5x44,5 cm.  National Trust for Places of Historic Interest or Natural Beauty, Swindon (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Luglio AD MMXXII.

venerdì 15 ottobre 2021

Madrigale - Voi, o Foglie amate, rosse sopra i Rami

Voi, o foglie amate, rosse sopra i rami,

così mi dite che del nostro addio

tempo sovvien e degli spenti richiami

 

degli augei e delle piogge e dell’oblio

autunnal tra le nebbie iridescenti,

come attimo di pianto nel cuor mio.

 

Allora soffrirò! Né i rilucenti

dì torneranno, ma spine e ombre e venti.

Dipinto di Henryk Bonawentura Kazimierz Weyssenhoff (1859–1922), Gli Orsetti giocano davanti la Casa, Realismo, Accademismo, Post-Impressionismo polacco-bielorusso, 1921. Olio su Tela, 47x72 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Ottobre AD MMXXI.

lunedì 12 luglio 2021

Madrigale - Le Campanule bianche

Le campanule bianche

sono come i tuoi occhi

d’argento, o Luna, dai femminei tocchi

 

e dalle guance stanche

di veder solo Notte,

nel buio come me, dentro le grotte

 

di recessi e disii.

Né come speglio il mondo

ti riflette il respiro vagabondo,

 

né sai che forse espii

d’avermi dato un faro

nel vecchio inferno delle ombre. Ma amaro

 

resta il nostro Destino,

tu lontana dal Sole, io dal mio cammino.

Quadro di Edwin Austin Abbey (1852-1911), Amleto recita sulla Scena, Tardo-Romanticismo, Simbolismo statunitense, 1897. Olio su Tela. Edwin Austin Abbey Memorial Collection.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XII Luglio AD MMXXI.

Madrigale - Brindo Vino di Luna

Brindo vino di Luna -

riverberi di oblio

Ebe mesce la diva coppiera. Io

 

alzo il calice. Oh pura

impronta delle Dee!...

Poi, l’attimo è uno stagno di ninfee;

 

ma è l’ora che mi adduce

al rëame dei Sogni senza luce.

Quadro di Edwin Austin Abbey (1852-1911), Donna su una Panchina, Tardo-Romanticismo, Simbolismo statunitense, 1900 circa. Olio su Tela. Edwin Austin Abbey Memorial Collection.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XII Luglio AD MMXXI.

mercoledì 26 maggio 2021

Madrigale - Ho raccolte le Mele che Freya nutre

Ho raccolte le mele che Freya nutre,

quel forbito segreto della Dea,

l’eterna gioventù che gli Asi illude.

 

Scorto (io) ebbi che era un Sogno e ch’ei mi fea

l’Anima colma d’una qualche brama,

quando mi fu il Valhalla che lucea.

 

Ma ora il tempo che sfugge un po’ mi chiama,

Froh sussurrandomi a che lungi è andato,

la sua gemmendo ad altri di gioia fama.

 

Dunque non sento più il canto fatato

che Loreley declama ai gran relitti,

ma di tai fior un sfiorir m’è in agguato,

 

qual sia una schiatta di guerrier invitti.

 

Brindo al Sole che s’empie di grigiore,

alle caverne delle Norne ossute.

Mi è sfuggito ogni attimo dell’Amore,

tomba io fui e sono dell’ore perdute.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), La Valchiria Brunilde, Illustrazione per l'Anello dei Nibelunghi, Tardo-Romanticismo inglese, 1910.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXVI Maggio AD MMXXI.

martedì 23 giugno 2020

Madrigale - Mi svelle, o Estate, il Cuor il tuo Stridore


Mi svelle, o Estate, il cuor il tuo stridore,
donde su me tremendo ascolto il folle
Sol, con le sue aspre fiamme e il suo furore

indomito. Così, ove mi ribolle
l’esausto sangue, io mi siedo a veder
dell’orizzonte un più lontano colle

e terra ignota. Eppur, libero il ciel
come adamante di rondini in volo,
per un attimo asconde il mio doler,
né mi dolgo più, né più son io il solo.

Hans Andersen Brendekilde (1857-1942), Una Scena d'Estate, Post-Impressionismo paesaggistico danese, Inizi del Secolo XX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIII Giugno AD MMXX.

Madrigale - Delibo il nuovo Risveglio d'Estate


Delibo il nuovo risveglio d’Estate,
nel qual un po’ si rifrange del caldo
Sol la splendente chioma, e le dorate

nuvole… anch’esse ammiro nell’araldo
di quel riverbero immane con tanto
chiaror del ciel che fa il glauco spavaldo

col päesaggio dei miei occhi. Ma ammanto
di noia l’istante, l’attimo di pianto.

Ivan Konstantinovič Ajvazovskij (1817-1900), Una Scena marittima con Veliero, Romanticismo russo-armeno, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIII Giugno AD MMXX.

martedì 9 giugno 2020

Tacer di Nembo amico più non sento


Tacer di nembo amico più non sento,
ma dei furenti tuoni il vagabondo
urlo. Frattanto, mi trascina il vento

a tanta terra ignota, onde un giocondo
istante si frammezza a un più crudo,
che io in cuor apprendo e nel tempo profondo.

Tale è il fulmine al buio che passa! Un nudo
Sogno lampeggia…. M’illude… m’illudo!

Edmund Blair Leighton, Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Giugno AD MMXX.


lunedì 6 gennaio 2020

Tre Madrigali di Nebbie senza Rime

I. E vennero le nebbie a ricoprir
l'Immenso. Ora l'Inverno regna alle ombre
offuscate del giorno. Ora il ferale

manto di tanti spettri ulula e grida.
No! non v'è più del Sole una lanterna
scialba. Ma suonano i bronzi di Morte,

rintocchi cupi per un cuor che geme.
Nell'incanto: l'inverno, tu, io... insieme.

II. Sempre ho saputo che la voce buia
delle brume invernali m'è il gridìo
d'un corvo. E vola la gazza sui rami

scheletrici dei pioppi. Ella, oramai, urla
per l'insistente fame... e trema... e muore,
sì che la sua ombra sui piedi mi cade.

Oh corvo! dimmi tu cos'è la nebbia!
Bianca scintilla... luce... agli occhi, oblio.

III. Non veggo più me stesso al freddo speglio
del ruscelletto smorto. Ma infinite
nebbioline selvagge si precipitano

sul mio sguardo tremante. Io per il gelo
confondo il Sole con la Luna, il giorno
con il Mistero della Notte, Dea-Ecate.

Mi resta un carme di sepolcri e tombe,
nella man l'arpa che un dì fu d'Orfeo.

Johann Jungblut, Paesaggio invernale con Ghiaccio e Sole, Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì VI del Mese di Gennaio AD MMXX.

domenica 29 settembre 2019

Un Madrigale - Gli Spettri

Abbaïa il mio cane, e fuor sovviene
la nebbia serotina. Io so che intorno
passeggiano gli spettri; e che le cene

fumano dai camini. Cade il giorno,
e la Notte qui s'avvicina, onde ombre
tremende salgono e mi son di scorno.

E sento il dolce profumo degli astri,
il motto arguto dell'èllera al tetto,
i Sogni confezionati in bei nastri,
la solitudine, il desio, e il dispetto.

Egisto Ferroni, Una Piazza, Tardo-Romanticismo italiano, Inizio del Secolo XX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Settembre AD MMXIX.

mercoledì 14 novembre 2018

A Nietzsche. Gli ultimi Versi del Folle del Mercato

                  Ovvero Come finì la Gaia Scienza


In piena Notte e tra le nebbie è un uomo
cieco. Vedi la benda sopra i suoi occhi?....
Oh Federico! Atòmo
egli è. Fango di sciocchi!

Terra illusa che irride e ti schernisce
è il suo pallor che la pupilla offerse.
Ma più non lo ferisce
il buio dove s'immerse.

Oh Federico! Com'è aspra or la Notte!
Come le tenebre offendono il cieco!
Urla che vanno a frotte,
dondolando nell'eco.

E la pia cattedrale sta deserta,
fatta di pietra rovinata e grezza.
La porta giace aperta,
dal vento che vi olezza;

e al posto del Crocifisso sta un lino
che in sull'altar dimostra un'ombra cruda:
fatta col carboncino
una fanciulla ignuda.

Entra il viandante, ed esce e non sa dove.
Due Angioli fanno lode a spenta nube,
là, dove ora si muove
quell'ammaliante pube. 

E sempre nella Notte il cieco vaga,
lento... lento cammina ma è sicuro.
Del giorno non s'appaga,
ma nemmen dell'Oscuro.

In mano non ha il possente bastone,
a sorreggersi; né ha fioca lanterna.
Eppur non va a tentone,
par che d'intorno ei scerna.

Ma nel villaggio ormai è vuota la piazza,
e il gotico campanil sta cadente.
V'è solo una ragazza
per la via seducente.

Oh come mesta! Con il suo ventaglio!
Con le sue vesti schiuse, oh com'è triste!
Pur forte nello sbaglio
di veneree conquiste.

"Se vuoi piacer, oh viandante, un po' d'argento!
Andiamo nel giardin del cimitero.
Mi denuderò al vento
per te che vedi nero!".

"Ascolta!" dice il vecchio vagabondo:
"Chi stai cercando, colà, tra le tombe?
L'amante furibondo,
o i vôl delle colombe?".

E intanto la Gargolla dal suo Tempio
le bestemme canticchia del mercato.
Dei Cieli fa uno scempio,
un inno intesse al Fato.

"Che cerco? Il sai: desio un bacio al mio seno,
che mi possa scaldar questa Notte atra.
Son l'ultimo Veleno
d'una stirpe idolatra.

Sono il fuoco che brucia idilli e ninfe,
la fiamma che arde la debil mia carne.
Che io sia tra le tue grinfe,
di me non so che farne"

dice la donna: "e tu chi sei, oh meschino?".
"D'un Oltre-Dio qui son Profeta e Gioia!
Libero dal Destino!
Libero dalla noia!".

"Fai ridere! Sei buffo!.... Tu sei cieco;
eppur cammini come se vedessi!
Qual è il trucco? T'impreco!
ché un trucco in te vi lessi".

"Ascolta, oh donna, l'annunzio degli orbi!
In questo tuo villaggio che fia morto
dico tra' i vespri torvi:
guardalo!.... Dio è risorto!".


Toulmouche, Dolce Far Niente, Accademismo francese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XIV del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

giovedì 12 aprile 2018

Tre Madrigali platonici e romantici

MADRIGALE - ANSIA OSCURA E PROFONDA, ETERNA E CIECA

Ansia oscura e profonda, eterna e cieca
qual Notte d'una Luna assente, ascolta!
Disperando io ti canto; e tu se'  bieca.

Più di pioggia or mie làgrime a raccolta
chiamàr osi; e le brami, oh turpe... oh infame!
ché fredda se' qual neve appena sciolta.

Tu sempre con i Sogni al cièl di rame
che il Crepùscolo allùmina sovvieni,
e m'attendi al rinato bel fogliame

dov'io m'accorgo de' tuoi occhi crudeli.

Lontàn mi dolgo, e il Desiderio preme,
vicìn m'è nausea in fìn d'un caldo Sole.
Così morrà la mia frequente speme:
la rosa rimarrà al campo di viole.

MADRIGALE - SOGNO NON SA CHE I SOGNI MENTON TUTTI

Sogno non sa che i Sogni mènton tutti,
che pàllide ne rìdono le sere,
e che l'alba or schernisce i lòr bei frutti.

Se il cuòr a codeste larve io dò che fiere
a Vanità si pìngon sì iraconde,
allòr piànger i' dovrò a est'orbe chimere.

Affoga, intanto, il senso in burrasche e onde,
e tempestoso vaga il Sentimento
e va... e va... va alle incògnite sue sponde.

Sogno! Oh Sogno! Se' tu il mio rapimento!....

Ma ne' i Sogni rivivo la mia Vita
come il mio Desiderio attende e vuole,
con questa fiamma che invano è assopita
d'un Amòr che nel cuòr segreto duole.

MADRIGALE - TANTO GIOVIN E CASTA E BIANCA E BELLA

Tanto giòvin e casta e bianca e bella!
così risplende la rosa in su' il prato,
a me contesa dall'aura zitella.

Sogno... e vorrei che a questo fiore amato
il labbro stesse a cantàr di canzone
il lamento d'un bardo intemerato.

Mancanza e Desiderio! E tu, Platone,
così mi danni a pena eterna e truce,
ché oltre i Sogni n'è vana la passione.

E presto il Sole non farà più luce....

Anelo io forse alla sua gioventù,
e a' i pètali suoi belli e al suo bel cuore.
Perduta da principio!.... E io sento più
che gioia o desiro, soltanto dolore.

John Everett Millais, Lisabetta da Messina, Preraffaelliti



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XII del Mese di Aprile dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

venerdì 13 ottobre 2017

Madrigaletto di Ottobre

Può questi ésser l’ultimo mio Sole
che a ottobre a vendemmiare viene; e tace
appena dopo. Viole
rimaste senza pace!

Rosa d’Estate che geli nel prato,
vieni a contarmi i pallidi capelli!....
Càdon Sogni pe’ il Fato,
le foglie ai ramoscelli.

Perché la nebbia mi chiama per nome?
E s’erge… s’erge questo suo orbo mar;
e il mio cuòr grida come
un folle, e vuòl sognàr.

Karl Johann Fahlcrantz, Una Chiesetta in Collina, Tardo-Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XIII del Mese di Ottobre dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII.