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venerdì 3 giugno 2016

Un'Elegia alla Sera

Sera, oh tu, oscura negli àttimi de’i
Sogni, qual è il tuo sguardo or nella Luna
argentea, e scialba?
e di’! com’è il tuo labbro furibondo
che baciando ghermisce il venìr svelto
degli ìncubi infedeli?....
Forse tu allùmini il senso mio, e i miei
occhi che sògnano; e la cera tua bruna
mi è preludio di alba
più nuova, dove io non più vagabondo
per questo mio sognàr, e il suo prescelto
Fato andrò, e pe’ i suoi fieli
di giovinetta Morte, e di terrore,
sognando io ancora un’ìride di Amore.
Oh sera! E Estate sarà, e avrò io perduto
forse in tal Sogno un’altra e dolce via,
e avrò smarrito il sentiero supremo
delle più quiete speni;
e canterò io con le corde di un liuto
un’altra Pöèsia,
perché la Notte è un regno di un sognàr,
illusïòne eterna, com’è il sonno
ne’ i marmi sepolcrali,
qui, scoglio a un solitario e inquieto màr
dove l’onda si infrange in un bàttito
di àttimi e di ali;
e tutto è vano!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Ivan Aivazovskij, Una Torre di Notte, Romanticismo russo, Secolo XIX



In Dì di Venerdì III Giugno dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI

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