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giovedì 16 giugno 2016

Meditazione poetica sulla Vita

La Vita è come: un Temporale; è un fùlmine,
un’ombra oscura in su’ un faro del màr
che lì - ei solleticando - annega scogli,
e i più vecchi relitti delle vele,
lì… ignuda Ondina inerme, lì, ove canta
per la duràta di un ùnico tuono
in un sol colpo di occhi e di vani àttimi,
quando la fòlgore ondeggia e si nàufraga,
ella facendo brillàr le onde in fondo,
dove l’Eterno le ha dato in Destino
la sepoltura attesa.
E dopo la Tempesta v’è la quiete
che sol sa dare Iddio.
La Vita è come: una Sìlfide che è
serena e vanitosa e che danzando
porta uno specchio in mano perché tutti
ne pòssano vedèr il vero volto,
un otre fatto di fràgile vento:
il paradòsso perenne di un Nulla
che vive e che respira.
Ma perché io - io! - giòvine e Pöèta, forse,
ho qui päùra di incontràr la Morte,
di vedèr consumata la mia fòlgore,
e speràr, disperàr, temèr, frinìr?
Forse perché io ho vissuto solo Sogni,
e non so io ancora che sia questa Vita,
di cui canto e che temo.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Kaspar Friedrich, Paesaggio romantico invernale, Romanticismo tedesco, Prima Metà del XIX Secolo



In Dì di Giovedì XVI Giugno dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI

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